Il fiume Po è il più lungo fiume italiano.
Tra i vari fiumi italiani il fiume Po è quello ritenuto più importante, per diversi motivi. Innanzitutto la sua lunghezza: il Po è lungo 652km, lunghezza che lo rende il fiume più lungo tra i fiumi italiani e il quinto per lunghezza tra i fiumi europei dopo il Danubio, il Reno, Rodano e il Dneper (escludiamo quindi i grandi fiumi della Russia). Il fiume Adige e il fiume Tevere sono gli altri fiumi più lunghi italiani.
Il fiume Po è uno dei più importanti e iconici corsi d’acqua dell’Italia. Con una lunghezza di circa 652 chilometri, il Po è il fiume più lungo del paese e il principale affluente del Mar Adriatico. Nasce nelle Alpi Cozie, a un’altitudine di circa 2.000 metri, e attraversa diverse regioni italiane, tra cui Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico.
Il fiume Po ha una storia ricca e affascinante, e ha svolto un ruolo significativo nella vita economica e culturale delle popolazioni che vivono lungo le sue rive. Fin dai tempi antichi, il fiume ha rappresentato una via di comunicazione vitale per il trasporto di merci e persone. La sua valle fertile è anche una delle regioni agricole più importanti d’Europa, grazie alla presenza di terreni fertili e adatti all’agricoltura.
Il fiume più lungo che nasce in Italia è invece il fiume Drava (Drau) che nasce nei pressi di Dobbiaco, in Trentino Alto Adige, per arrivare dopo 749 km a immettersi nel Danubio.
Il fiume Po dà anche il nome alla Pianura Padana, una pianura di origine alluvionale, in cui scorre: “padano” deriva da “Padus“, da cui deriva il nome “Po”.
Una seconda ragione è sicuramente data dall’estensione del suo bacino idrografico, esteso per ben 71.000 kmq.
La sua portata di acqua alla foce media è di 1 540 m³/s, con un minimo di 270 m³/s e massima di 1 540 m³/s.
Un modo interessante per percorrere tutto il suo tragitto è tramite l’utilizzo delle piste ciclabile: la Ciclovia Vento vuole permettere di percorrere il suo tragitto intero, dal Piemonte fino alla sua foce in Veneto.
Dove nasce il Po?
Il fiume Po nasce in Piemonte, sulle pendici del Monviso a 2020m di altezza, a Pian del Re: qui una pietra indica il “punto esatto” in cui, ufficialmente, nasce il fiume Po. Da qui prosegue il suo percorso torrentizio nella omonima Valle Po, nelle Alpi Cozie in provincia di Cuneo.
Quale è il percorso del fiume Po?
Il fiume Po scorre nella Pianura Padana area di cui ne ha segnato profondamente la geografia e la storia: il Po attraversa ben 13 province: in Piemonte passa la provincia di Cuneo, Torino, Vercelli e Alessandria, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova in Lombardia, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara in Emilia-Romagna e Rovigo per il Veneto, dove sfocia nel mare Adriatico con 14 bocche, che versano ogni anno circa 13 milioni di tonnellate di detriti, accrescendo e mutando continuamente l’area del suo delta.
Lungo il suo percorso il fiume Po attraversa o passa nei pressi delle città di Crissolo, Paesana, Cardè, Villafranca Piemonte, Carmagnola, Carignano, Moncalieri, Torino, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Chivasso, Crescentino, Trino, Casale Monferrato, Valenza, Isola Sant’Antonio, Piacenza, Cremona, Casalmaggiore, Colorno, Viadana, Guastalla, Luzzara, Suzzara, San Benedetto Po, Ostiglia, Occhiobello, Ferrara, Polesella, Adria, Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle e Goro.
Gli affluenti del fiume Po
Il fiume Po è un fiume a regime di tipo composto o misto: vediamo perché.
Gli affluenti del fiume Po sono numerosissimi, con portata diversa: possiamo dividerli in due grandi gruppi distinti. Troviamo gli affluenti di sinistra, che nascono dalle Alpi (Dora Riparia, Dora Baltea, Sesia, Adda, Ticino, Oglio) e quelli di destra, che nascono dagli Appennini (Tanaro, Trebbia, Taro, Secchia, Panaro).
Questa differenza è molto importante: gli affluenti di sinistra, alpini, aumentano la loro portata d’acqua specialmente in primavera e in estate, portata d’acqua regolare, a basso regime di detriti. Viceversa gli affluenti di destra, provenienti dagli Appennini, portato più materiale detritico e sono soggetti alle piogge della primavera e autunno.
Il delta del fiume Po
Il delta del fiume Po è costituito da tutto l’insieme di diramazioni fluviali e canali che permettono alle acque (e ai detriti) del fiume di raggiungere Mare Adriatico dopo il percorso di circa 562km. Il delta ha una superfice di circa 18.000 ettari e fa parte della provincia di Rovigo, che corrisponde al territorio del “Polesine”.
Nel passato esistevano dei rami più meridionali nella provincia di Ferrara (Po di Volano, Po di Ferrara..): si può quindi considerare anche parte del territorio della provincia di Ferrara come parte del delta. Le Valli di Comacchio fanno quindi parte dell’area del delta del Po.
L’apporto di detriti, l’azione del mare e l’intervento umano hanno fatto si che l’assetto idraulico del delta del Po sia mutato profondamente nel corso dei secoli.
Il Po presenta una foce di tipo “a delta“, tipo di foce che si contrappone a quella a “estuario“, dove vi è la sola presenza di un canale (es: la foce del fiume Tevere). La foce a delta è segnata dalla presenza di isolotti di terra, canali e corsi secondari creati dal deposito del materiale del fiume.
I rami del delta del Po sono sette:
- Po di Pila;
- Po di Maistra;
- Po di Tolle;
- Po di Gnocca;
- Po di Goro;
- Po di Volano;
- Po di Levante;
AIPo: Agenzia interregionale per il fiume Po
La gestione e la cura del reticolo idrografico del fiume Po è affidata alla AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, istituita nel 2003, erede del disciolto organo statale “Magistrato per il Po“, creato nel 1956. La funzione dell’AIPo è la cura e la gestione del bacino del Po, occupandosi in maggior luogo, della sicurezza idraulica, del demanio idrico e della sicurezza fluviale.
Le aree protette del delta del Po
L’area del delta del Po è un area preziosissima dal punto di vista ambientale: due sono le aree protette nel territorio del delta, il Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna e il Parco regionale veneto del Delta del Po.
Si è cercato di istituire un unica area protetta, il Parco interregionale del Delta del Po, ma, a causa dei vari interessi, non si è mai giunti, purtroppo, ad un accordo.
I pesci del fiume Po
La fauna ittica del fiume Po, ovvero le varie specie di pesci che abitano le sue acque, può dividersi in due grandi gruppi: specie autoctone (35 specie di pesci native) e alloctone. Per specie autoctona si intende una specie di animale o di vegetale originaria della zona, mentre una specie alloctona rappresenta una specie non nativa, importata spesso non pensando ai danni che una specie “aliena” può portare all’ambiente.
Le specie di pesci autoctone del fiume Po sono lo storione cobice, l’anguilla (importante risorsa economica per la cittadina di Comacchio), la cheppia, il triotto, il cavedano, la tinca, la scardola, l’alborella, la savetta, il luccio, il persico reale e il cefalo calamita. Queste specie costituiscono poco più del 5% della biomassa totale.
Le specie alloctone di pesci del fiume Po sono invece la carpa, il siluro, il carassio, l’abramide, il lucioperca e la carpa erbivora: da sole queste specie costituiscono ormai il 91% della massa ittica (campionamenti fatti tra il 2004 e il 2006).
Tra tutte queste specie alloctone sicuramente il siluro d’Europa costituisce la specie più dannosa e nota, purtroppo diffusa non solo nel fiume Po ma anche in tanti altri fiumi e corsi d’acqua italiani. Nel caso si pescasse un esemplare di siluro questo NON deve essere rilasciato ma eliminato: è una specie aliena , dannosa per l’intero ecosistema la cui diffusione deve essere contenuta.