Nella tradizione marinara della Sicilia non si può non citare l’antica tecnica di pesca della mattanza dei tonni, la tipica pesca del tonno praticata in larga scala lungo tutte le coste siciliane.
Una pratica antica probabilmente utilizzata da tutti i popoli che si sono avvicendati sull’isola e perfezionata su larga scala con l’avvento degli arabi.
Delle reti posizionate fisse in mare venivano organizzate in prossimità della riva in maniera tale da andare ad imprigionare i tonni nelle tonnare. Circa l’utilizzo di questa tecnica, in pratica rozza e molto essenziale, si hanno testimonianze già dal periodo bizantino e greco. Gli Arabi perfezionarono poi la mattanza, ovvero la fase successiva alla pesca quando al sollevamento delle reti i tonni vengono uccisi e poi lavorati.
Famosa per la lavorazione del tonno sotto sale, l’isola di Favignana, nelle isole Egadi, ospita un’importante tonnara di recente interessata da importanti lavori di restauro e di recupero per fini storici culturali.
La Tonnara più antica di cui si ha testimonianza è quella di Bonagia, attiva sin dal 1200, la costruzione dell’attuale tonnara si basa sull’originaria struttura proprietà della Corte di Napoli del 1638. In questa tonnara si può ammirare il Museo della Tonnara, con cimeli e reperti storici risalenti a diverse epoche.
Da visitare sono inoltre le tonnare di Capo Passero, proprietà del Cavaliere Pietro Belmonte, uno dei più importanti monumenti industriali che si possono visitare in Sicilia. Costruita sul finire del 1700, questa tonnara si trova sull’estrema punta orientale dell’isola, attiva sino al 1969, oggi si può visitare con delle guide.
Nel corso degli anni questa tecnica di pesca, sicuramente molto cruenta, è stata disciplinata e meglio organizzata. In alcuni casi restaurate con una diversa destinazione d’uso e altre in fase di recupero, oggi in Sicilia ci sono circa una decina di tonnare che si possono visitare.
Tra le più importanti ci sono la Tonnara di San Giorgio, quella di San Vito Lo Capo, la Tonnara dell’Arenella, e la Tonnara dell’Orsa.