Aquileia, grazie al suo passato e ai suoi straodinari ritrovamenti archeologici, è una immancabile meta per chi visita il Friuli Venezia Giulia
La fama internazionale di Aquileia, comune italiano di appena 4.000 abitanti in provincia di Udine, è legata agli straordinari reperti archeologici in essa conservati, che documentano alcune pagine straordinarie dell’arte musiva paleocristiana.
La storia di Aquileia
Fondata dai Romani nel 181 a.C. come colonia militare, Aquileia acquisì una notevole importanza nell’economia imperiale grazie alla sua posizione strategica, sostenuta da un’ottima rete viaria affiancata dall’imponente porto fluviale creato dal Natissa, e da una fiorente manifattura artigianale, tanto che nel I secolo fu dichiarata capitale della X Regione augustea “Venetia et Histria” e, intorno al 300, metropoli della chiesa cristiana.
La notevole fioritura artistica e culturale di Aquileia fu interrotta dalle invasioni barbariche: nel 452, penetrato in città, Attila la devastò completamente, spargendo infine il sale sulle sue rovine.
La città attraversò allora un periodo di grave crisi, da cui iniziò a riscattarsi solamente intorno al Mille, quando il patriarca Popone decise di riportare ad Aquileia la sede patriarcale, già trasferita nella più sicura Cividale.
Dopo alterne vicende belliche, nel 1543 Aquileia entrò definitivamente a far parte dei possedimenti austriaci, sottomessa al feudo di Gradisca d’Isonzo: ritornerà in mano italiana soltanto dopo la Prima Guerra Mondiale, congiunta alla provincia di Gorizia.
Cosa vedere ad Aquileia
Sono molteplici gli spunti d’interesse archeologico offerti da Aquileia, a cominciare dalla sua celebre Basilica, conservatasi integra nelle forme dell’XI secolo, allorché la precedente costruzione di età costantiniana venne completamente rimaneggiata per volontà dell’allora Patriarca Popone, che la consacrò nel 1031: al suo interno si conserva il più grande mosaico pavimentale di tutto il mondo cristiano occidentale, realizzato nel IV secolo in una scansione di dieci grandi tappeti figurati con motivi biblico-simbolici.
Scendendo nelle cripte è inoltre possibile osservare i resti degli edifici succedutisi via via in questa sede, compresa la meravigliosa cripta massenziana del IX secolo, interamente affrescata nel XII.
Aquileia conserva quindi fondamentali reperti del suo periodo romano, a partire dal foro del II secolo d.C., oggi attraversato dalla via G. Augusta, passando per il sepolcreto, dove erano collocate le salme dei defunti, che la legge romana stabiliva non potessero essere inumate entro le mura cittadine, al porto fluviale, i cui resti sono visibili lungo la Via Sacra, dove il fiume si apriva in età classica con un letto ampio quasi 50 metri, consentendo il pieno accesso alle imbarcazioni commerciali, che rifornivano il locale Emporio.