Il Vesuvio, un vulcano ancora in attività.
Il Vesuvio si distingue da tutti gli altri vulcani presenti sul territorio dell’Europa continentale per il fatto di essere l’unico ancora in attività.
Le eruzioni di questo vulcano sono state tra le più imponenti che il Vecchio Continente abbia mai conosciuto.
Per quanto riguarda la sua precisa collocazione va detto che si trova posizionato nel cratere di quello che un tempo era il vulcano Somma ed è uno dei simboli naturalistici della città di Napoli.
Il Vesuvio è assai noto per l’eruzione del 79 d.C. che portò alla distruzione totale di Ercolano e Pompei. : le sue ceneri hanno sepolto le due città per millenni rendendole due importantissimi siti archeologici.
L’ultimo fenomeno eruttivo del Vesuvio si colloca nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e precisamente al 1944.
Pur essendo passati diversi anni dall’ultima eruzione, il vulcano costituisce una delle maggiori fonti di preoccupazioni per geologi e non solo, perché diversi studi hanno messo in luce come la prossima eruzione, in qualsiasi momento avvenga, porterà con se effetti devastanti sulla città di Napoli e su tutti i comuni limitrofi.
Il Vesuvio dal punto di vista geologico
Da un punto di vista prettamente geologico il Vesuvio rientra tra una serie di vulcani che si sono creati come conseguenza dell’incontro tra la placca eurasiatica e quella africana.
Questo incontro ha portato alla formazione di altri vulcani come ad esempio lo Stromboli e l’Etna.
Tuttavia, da un punto di vista geologico, il Vesuvio si presenta decisamente diversi rispetto ad alti vulcani presenti nel territorio campano, a cominciare dalla composizione chimica delle rocce.
Le eruzioni del Vesuvio
Guardando alla storia delle eruzioni del Vesuvio, va detto che nel corso degli ultimi 17000 anni sono stati otto i fenomeni eruttivi di grande rilievo e che sono passati alla storia.
Quella del 79 d. C. che rase al suolo Pompei ed Ercolano è una delle eruzioni storicamente più note, tanto da essere studiata in tutto il mondo. Stando alle ultime stime degli studiosi questa eruzione uccise circa 17 mila persone.
Dalla prima metà del 1600 il Vesuvio conobbe un periodo di grande attività con attività eruttive che si concretizzarono fino ai primi del XX secolo e che in diversi casi colpirono violentemente le realtà urbane nate nelle zone circostanti. Ad esempio, l’eruzione che si concretizzò nel 1906 causò oltre 100 morti e ingentissimi danni.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale e precisamente il 18 marzo del 1944 vi fu quello che ad oggi è stato l’ultimo fenomeno eruttivo riguardante il Vesuvio.
Questo fenomeno è stata la conclusione di una attività iniziata trent’anni prima e che fino a quel momento aveva dato luogo solo a fenomeni di modesta entità. Ovviamente l’eruzione del 1944 è tra le più documentate in assoluto e anche gli eserciti facenti parte degli Alleati parteciparono alla evacuazione di migliaia di persone che vivevano nelle zone limitrofe al Vesuvio.
Come detto, ad oggi questa è l’ultima eruzione di cui il vulcano si è reso protagonista e gli esperti sono concordi nel ritenere che in futuro più o meno prossimo vi sarà un altro fenomeno di questo tipo, le cui conseguenze non sono ponderabili.
Escursione sul Vesuvio
Ovviamente il Vesuvio è una delle attrazioni naturalistiche più interessanti per tutti coloro che decidono di visitare Napoli: è facilmente raggiungibile grazie alle numerose escursioni guidate che partono, ad esempio, da Ercolano, raggiungibile da Napoli con la linea ferroviaria della Circumvesuviana.
Nel 1995 le autorità italiane, consce anche del valore naturalistico della zona in cui sorge, hanno deciso di creare il Parco Nazionale del Vesuvio, che racchiude tutte le aeree circostanti al vulcano stesso.
Per arrivare a visitare il vulcano bisogna prenotare un autobus specifico, con cui si può arrivare a soli 200 metri dalla vetta. Una volta arrivati qui è possibile arrivare in cima grazie ad un sentiero non troppo complicato, costituito in grandissima parte da pietre di origine vulcanica e decisamente affascinante alla vista.
Va detto che quando si arriva nel punto più alto del vulcano bisogna essere ben coperti, perché la temperatura si abbassa notevolmente, dando luogo ad un forte fenomeno di escursione termica rispetto al punto da cui si è partiti.