La Loggia dei Lanzi fu costruita nel Trecento grazie all’opera e all’interessamento di Lorenzo di Filippo e Benci di Cione ed è situata all’interno della Piazza della Signoria.
Il turista che intende visitare Firenze non può non visitare il centro storico con le sue innumerevoli piazze, chiese e monumenti. La visita della Piazza della Signoria, con i suoi Palazzi e con la Loggia dei Lanzi (detta anche Loggia della Signoria) è sicuramente una meta obbligata.
La Loggia fu costruita nel Trecento grazie all’opera e all’interessamento di Lorenzo di Filippo e Benci di Cione.
In origine serviva per ospitare le assemblee pubbliche popolari e le cerimonie ufficiali della Repubblica di Firenze alla presenza del popolo, che numeroso accorreva. Infatti vi sono numerosi documenti storici che ci descrivono i vari insediamenti delle signorie che si svolgevano nella suddetta Loggia.
Il turista potrà ammirare le statue di figure allegoriche raffiguranti le Virtù teologali e cardinali, eseguite su disegno di Agnolo Gaddi e poste in corrispondenza delle varie colonne delle arcate.
Le statue della Loggia dei Lanzi
A partire dal Cinquecento, per volere della famiglia dei Medici, la Loggia dei Lanzi, ospitò alcuni capolavori scultorei, diventando così uno dei primi musei all’aperto del mondo.
Troviamo le statue di “Giuditta ed Oloferne” di Donatello, del “Perseo” di Benvenuto Cellini e del “Ratto delle Sabine” di Giambologna. Nel corso dei secoli tutte le statue furono trasferite nel Palazzo Vecchio.
Comunque oggi la Loggia custodisce sculture di inestimabile valore artistico, visitati ogni giorno da migliaia di turisti.
Infatti all’interno della loggia troviamo opere artistiche del calibro di “Menelao che sorregge il corpo di Patroclo”, che viene esposto alla Loggia dal 1741, il “Leone”, databile intorno al II secolo dopo Cristo, venne esposta a partire dal 1789.
Inoltre, vi sono delle interessanti iscrizioni in latino su marmo bianco, che testimoniano i vari avvenimenti succedutesi a Firenze nel corso dei secoli (come, per esempio, l’adozione del calendario comune, in sostituzione di quello fiorentino che cominciava il 25 marzo anziché il primo gennaio).