Sulla via dei profughi
Allo scoppio del conflitto con il Regno d’Italia nelle località trentine più prossime al fronte giunse dalle autorità austriache l’ordine di evacuazione della popolazione civile.
Oltre 70mila persone, in Trentino, dovettero abbandonare le proprie abitazioni, raggiungere velocemente le stazioni ferroviarie per essere trasferite all’interno dell’Impero, tra la Boemia, la Moravia e l’Austria Superiore e Inferiore.
Anche la gente dell’Alpe Cimbra di Folgaria, Lavarone e Luserna subì lo stesso destino. Fu un evento drammatico, che nel programma dei Dieci giorni del Centenario sarà ricordato ripercorrendo gli antichi sentieri dei profughi che da Folgaria scesero in massa verso la stazione ferroviaria di Calliano, per salire sui treni che li avrebbero portati verso destinazione a loro ignota.
Lungo il percorso è prevista una sosta di ristoro presso l’Azienda agricola La Fonte.
Info nella sezione eventi/10 giorni del Centenario su: www.alpecimbra.it
Nelle «Città di legno»
In vista di un sempre più probabile conflitto con l’Italia l’Austria-Ungheria, prevedendo l’apertura di un fronte sul saliente trentino, predispose ancora in tempo di pace un piano di evacuazione della popolazione civile prossima alla linea di confine.
Però la guerra arrivò prima del previsto e quando i cannoni tuonarono, il 24 maggio 1915, i campi di raccolta per i profughi civili erano ancora in costruzione, non ultimati. Ciò nonostante la popolazione fu fatta evacuare forzatamente.
Migliaia di persone furono dunque costrette ad abbandonare i paesi e a salire sui treni per essere condotte all’interno dell’Impero, non nei campi di raccolta ma presso città e paesi, sparsi per centinaia di chilometri.
Poi, successivamente, quando i campi furono ultimati, furono in gran parte trasferiti e le «città di legno», com’erano chiamate, divennero forzatamente la loro dimora.