In tempi antichi, le famiglie nobili italiane difesero i loro regni erigendo forti castelli, mura e fortificazioni.
Hanno dovuto costruirli per molte ragioni, attacchi di popolazioni straniere, rivalità domestiche tra famiglie nobili o perché erano schierati con fazioni opposte. In breve, l’Italia non era affatto un luogo sicuro in cui vivere.
Il territorio dell’entroterra romagnolo non fa eccezione: vide sparsi a breve distanza insediamenti fortificati di cui la maggior parte di proprietà di un’importante Signoria: i Malatesta.
Sebbene sia ancora difficile ricostruire con precisione l’intera rete difensiva malatestiana, certamente la posizione di tutti i castelli fu una scelta mirata, che consentì loro di vigilare e controllare il territorio.
Ripercorrere le tracce di una storia secolare attraverso l’arte lasciata alle spalle è un modo interessante ed emozionante per rivivere il passato della città: e a Rimini è ancora più semplice, basta passeggiare per le sue strade. Oppure seguire le valli dei fiumi Conca e Marecchia per addentrarsi nell’entroterra e scoprire luoghi ricchi di storia, antichi borghi, castelli, rocche, pievi e monasteri.
Il Castello di Verucchio
Il Castello di Verucchio sorge su uno sperone roccioso nell’omonimo borgo. Fu di proprietà dei Malatesta a partire dal XII secolo.
Questa fortezza è ampiamente nota e per questo molto visitata, grazie alla citazione che il Sommo Poeta Dante fa nell’Inferno della Divina Commedia come luogo natìo di Malatesta da Verucchio, il cosiddetto “Mastin Vecchio”, poi Signore della città a partire dal 1295. Accrebbe la sua popolarità difendendo efficacemente il borgo dall’avversaria signoria dei Montefeltro. Nel 1449 questa rocca fu ampliata da Sigismondo Pandolfo, discendente di Malatesta.
Il Castello di Montebello
Il Castello di Montebello è un’altra residenza malatestiana ma questa struttura deve la sua popolarità ad un fatto di cronaca nera che è entrato nella storia e nel folclore per le vicende legate alla piccola Guendalina.
Guendalina era la piccola figlia del conte Ugolino, scomparsa in maniera ignota all’età di otto anni mentre giocava nelle stanze del castello. Ogni lustro, nel momento in cui ricorrerebbe il compleanno della Guenda, i visitatori possono assistere alle risate della bambina accompagnate a 12 rintocchi di campane e il battito veloce di un cuoricino.
Castel Sismondo
Castel Sismondo è il castello più rappresentativo di Rimini. Della costruzione originaria, iniziata dal signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta il 20 marzo 1437, rimane solo il nucleo centrale. Secondo le cronache coeve, fu lo stesso Malatesta ad averlo progettato. I lavori sono durati circa 15 anni.
In origine il castello-palazzo era provvisto di un ampio fossato, con un rivellino all’ingresso principale, recante i simboli araldici della Casata dei Malatesta. Si pensava che le mura fossero abbastanza spesse da sopportare i colpi dei nuovi pezzi di artiglieria apparsi in Europa in quel periodo. Sebbene originariamente posizionato all’esterno della città, non ha torri che si affacciano su quel lato: tutte le torri sono infatti orientate verso la città. Queste torri sono quadrate e un tempo ospitavano un cannone di bronzo ciascuna. La parte centrale del castello era la residenza del principe, con stanze decorate con arazzi, tendaggi e affreschi.
Qui morì Sigismondo Pandolfo Malatesta nel 1468. Nel 1821 il castello fu adibito a caserma dei Carabinieri locali. Cinque anni dopo furono demolite le mura esterne e riempito il fossato. Dopo un periodo di decadenza, l’edificio è oggi adibito a sede di mostre. Nel 2020 è stata la sede del centennale della nascita di Rimini.
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