Gli scavi di Pompei sono uno dei siti archeologici più famosi al mondo.
La città di Pompei, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., rappresenta uno dei principali siti archeologici nel panorama internazionale: coperta da un flusso di lava proveniente dal Vesuvio, la città è rimasta pressoché intatta.
Assieme gli scavi archeologici di Ercolano, sito posto poco distante, sono una delle mete più visitate della Campania e dell’Italia intera: gli scavi sono facilmente raggiungibili da Napoli usando il servizio ferroviario della Circumvesuviana.
Gli abitanti di Pompei sono stati travolti, di notte, dalla cenere piroclastica: questa, stratificandosi e solidificandosi, nei secoli, ha permesso di realizzare dei calchi in gesso che raffigurano persone e animali rimasti a triste testimonianza dell’evento.
Molti sono riusciti a fuggire: si ritiene che buona parte delle morti siano dovuti ai crolli delle abitazioni.
Nell’area archeologica sono state scavate sette porte della città.
La via principale che correva in direzione sud-est-nordovest era la via Stabiana; collegava la Porta Vesuvio, o Porta del Vesuvio nella parte più alta della città, con la Porta di Stabia, nella parte più bassa. Attraverso questo cancello arrivava il traffico dal fiume Sarnus.
Questa strada era attraversata da altre due strade principali, la Via dell’Abbondanza e la Via di Nola.
Gli edifici pubblici sono per la maggior parte raggruppati in tre aree: il Foro civile, situato nella grande area a sud-ovest; il Foro Triangolare, in piedi sul bordo della parete sud che domina la baia; e l’Anfiteatro ad est.
Il Foro civile era il centro della vita religiosa, economica e municipale della città; era una grande area rettangolare circondata da un portico colonnato a due piani.
A dominare il Foro a nord c’era il tempio dedicato alla triade di divinità capitoline: Giove, Giunone e Minerva.
Ad est c’era il Macellum, o grande mercato di approvvigionamento. A sud si trovava il piccolo santuario della città Lares (divinità custode), costruito dopo il terremoto nel 62 d.C., il Tempio di Vespasiano e l’imponente sede dell’industria della lana, eretta dalla ricca patrona Eumachia.
All’estremità meridionale del Foro, c’erano il luogo di incontro del consiglio comunale e gli uffici dei magistrati della città. La grande basilica, con la sua sala principale circondata su quattro lati da un corridoio, è l’edificio più significativo dal punto di vista architettonico della città.
A ovest si trovava il Tempio di Venere Pompeiana, divinità protettrice di Pompei. Il Foro Triangolare era il centro per eccellenza delle attività sportive.
Infine, il colossale Anfiteatro, risalente anch’esso all’80 a. C., poteva ospitare ben 12000 persone, che presenziavano allo svolgersi dei famosi giochi tra gladiatori.
Ma più significativi degli edifici pubblici, presenti anche in altri siti archeologici, sono le centinaia di case private. Queste sono uniche, poiché solo a Pompei è possibile risalire alla storia dell’architettura domestica italica e romana per almeno quattro secoli.
Le case più antiche risalgono al primo periodo sannita (IV-III secolo a.C.). La casa del chirurgo, una delle più antiche della città, e forse quella più conosciuta, è nota perchè sono stati ritrovati al suo interno degli attrezzi chirurgici.
Le case più lussuose furono costruite durante il secondo periodo sannita (200–80 a.C.), quando i maggiori contatti commerciali e culturali portarono all’introduzione di raffinamenti ellenistici.
La casa del Fauno occupa un intero isolato e ha due atri (sale principali), quattro triclinia (sale da pranzo) e due grandi giardini peristili. La sua facciata è costruita in tufo grigio a grana fine proveniente dalla Nuceria, il principale materiale da costruzione di questo periodo. Le pareti sono decorate nel primo stile pompeiano che imita le pareti rivestite in marmo per mezzo di stucchi dipinti.
Molte case di questo periodo sono state decorate con elaborati mosaici pavimentali.
La Casa delle Nozze d’Argento, con il suo imponente atrio a colonne alte, fu costruita in questo periodo, ma subì successive modifiche.
La bella sala per banchetti e l’esedra, che servivano da aula scolastica per i bambini della famiglia, furono decorate in stile pompeiano o architettonico, che era popolare dall’80 a.C. al 14 d.C.