Sorte in età medievale, le Scuole veneziane acquisirono con il passare dei secoli tale prestigio, da collezionare all’interno delle proprie sedi alcuni autentici capolavori dell’arte rinascimentale e barocca, a volte ancora visibili nei siti originari.

Le Scuole di Venezia: origini e peculiarità

A Venezia con il termine Scuola si intendeva una confraternita laica, che riuniva cittadini di differenti classi sociali, ora accomunati da un medesimo impegno professionale (le cosiddette Scuole Minori) ora dalla devozione al Santo patrono, cui era intitolata la Scuola, in questo caso detta “Grande“.

Le sedi originarie delle Scuole Minori, spesso distinte in base al paese di provenienza dei confratelli, sono state per la maggior parte pesantemente rimaneggiate nel corso dei secoli: fa eccezione la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, detta anche Scuola Dalmata di San Giorgio e Trifone nel sestiere di Castello, che conserva a piano terra l’impianto originario cinquecentesco con alle pareti un importante ciclo pittorico di Vittore Carpaccio.

Alle Scuole Grandi (di San Rocco, San Marco, San Giovanni Evangelista, San Teodoro, S. Maria della Carità e la Misericordia) partecipavano anche numerosi esponenti dell’alto patriziato cittadino, che in cambio del prestigio e dei vantaggi spiriturali derivanti dall’affiliazione, elargivano la Scuola con cospicue donazioni, facendole così acquisire una crescente importanza nell’economia lagunare.

Le somme a disposizione potevano essere impiegate per gli scopi statutari di beneficienza ovvero venire investiti in immobili o in prestiti, o ancora essere impiegate per arricchire la sede con le opere dei principali artisti viventi.

Le Scuole Grandi oggi visitabili

Presso l’edificio rinascimentale in sestiere di Castello, un tempo sede della Scuola Grande di San Marco ed oggi ingresso principale dell’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, attraverso uno scalone novecentesco si accede alla sala d’albergo al piano superiore, dove splendidi soffitti a cassettoni con finiture dorate incorniciavano una ricchissima decorazione pittorica comprendente tele di Jacopo Palma il Vecchio, Giovanni Bellini, Paris Bordone, Domenico e Jacopo Tintoretto: gran parte della decorazione pittorica andò dispersa dopo la soppressione della confraternita in età napoleonica, ma in anni recenti alcune tele sono state riportate nella loro sede originaria, mentre altre vengono custodite nelle sale dell’Accademia (già Scuola Grande di S. Maria della Carità).

La Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, quella di più antica fondazione tra le scuole ancora funzionanti in città, aveva sede nel sestiere di San Polo presso l’omonima Chiesa di San Giovanni Evangelista: spogliata degli importanti cicli della Storia della Vera Croce, con teleri di Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio oggi conservati in Accademia, la Scuola presenta una sontuosa Sala Capitolare con decorazioni marmoree policrome, autentico capolavoro dell’architetto veneziano Giorgio Massarani, mentre nella Sala dell’Albergo, conservata nell’originale assetto cinquestesco, si ammirano quattro tele mature di Palma il Giovane, datate 1581-1582.

Di fondazione cinquecentesca, la Scuola Grande dei Carmini nel sestiere di Dorsoduro si segnala per la presenza di opere di grande valore artistico e arredi d’epoca, conservati nella loro collocazione originaria: il soffitto della Sala Capitolare è interamente decorato da un ciclo d’affreschi di Giambattista Tiepolo, quella dell’Albergo presenta invece una grande tela di Padovanino con l’Assunzione della Vergine ed alle pareti dipinti di Antonio Balestra e Ambrogio Bon; nella Sala dell’Archivio degni di nota i preziosi dossali lignei di Giacomo Piazzetta, con motivi floreali intervallati da cariatidi.

La Scuola Grande di San Rocco: la “Sistina” veneziana

A differenza delle altre Scuole Grandi, quella di San Rocco, fondata nel 1478, conserva intatta la propria decorazione pittorica e scultorea nel sito originale della Confraternita, nel sestiere di San Polo, ed è a tutti gli effetti uno degli edifici più insigni della città, tanto da essere spesso ricordato con l’appellativo di “Cappella Sistina veneziana”: al suo interno risalta la splendida decorazione pittorica originale di Tintoretto, chiamato ad arricchire i diversi ambienti che compongono il Palazzo a partire dal 1564.

La Sala Terrena mostra le prime esperienze dell’artista, ancora legato a moduli manieristici: qui sono raffigurati alcuni episodi della vita della Vergine e dell’infanzia di Cristo, che denunciano chiaramente i loro debiti nei confronti della maniera di Tiziano e Jacopo Bassano.

Al piano superiore si assiste invece alla piena liberazione di Tintoretto dagli schemi tradizionali: piegando la luce a divenire elemento dinamico della scena, il maestro dà vita ad episodi di grande pathos emotivo, in cui il colore non viene più impiegato con funzione realistica, ma nella sua valenza espressiva.

Gli episodi raffigurati nella Sala Superiore sono tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, raffrontati tra loro secondo la lettura analogica in voga nel Cinquecento, che viene accentuata dal carattere di “visione” attribuito dallo stesso Tintoretto alle sue tele. Completano la ricca collezione della Scuola opere di Tiziano, Padovanino, Carena e Tiepolo.

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