I navigli di Milano costituiscono l’antico sistema di canali irrigui e navigabili utilizzati sino ai primi anni del 1800 per arrivare dal capoluogo meneghino sino al Lago Maggiore, al lago di Como e nella zona del basso Ticino.
La costruzione dei navigli e l’opera di bonifica delle vaste aree intorno ai canali di irrigazione iniziò in epoca molto antica, dal X al XII secolo si è poi proceduto poi al completamento della cerniera cittadina dei Navigli, detta Cerchia, e alla costruzione dei collegamenti sino alla zona del Pavese.
Il Sistema dei Navigli di Milano è costituito da cinque grandi sistemi che sono stati costruiti dal XI al XVIII Secolo, il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese, il Naviglio Martesana, il Naviglio di Paderno e il Naviglio di Bereguardo.
Poichè la città di Milano sorge in una zona interessata da diversi corsi d’acqua, a partire dalle rive sorgive del Ticino e dell’Adda, la deviazione dei corsi d’acqua e loscavo dei canali artificiali è stata da sempre una priorità, ancor prima della fondazione della città.
Sicuramente l’evoluzione più importante è stata quella medievale, nel XII Secolo furono infatti i monaci cisternesi a recuperare le vecchie strutture costruite dai Romani, tra le più importanti la Vettabbia, per incanalare le acque del Ticinello che poi, nel 1179 furono deviate verso la città con un canale che doveva avere sia funzioni di irrigazione che di navigazione.
Con le costruzioni dei canali furono deviante anche le acque dell’Adda e per la costruzione del Duomo i canali furono utilizzati per il trasporto dei marmi dalle cave di Condoglia.
Per diversi secoli e fino al 1777 diversi architetti idraulici progettarono e costruirono nuovi tratti e darsene lungo i navigli. Entrati in disuso a partire dai primi anni del 1800, gli ultimi interventi risalgono al 1928.
Oggi sono in corso diversi studi e ricerche per una riapertura dei Navigli, soprattutto per quanto riguarda il naviglio Martesana che ha diversi tratti coperti.