Grado è una delle cittadine di mare del Friuli Venezia Giulia più apprezzate: la sua spiaggia, il suo piccolo ma affascinante centro storico e i suoi impianti termali sono apprezzati da migliaia di turisti.
Grado, rinomata in particolare per la sua vocazione turistica e termale, che le ha guadagnato l’appellativo di “Isola del Sole”, è un comune italiano in provincia di Gorizia meritevole di riconoscimento anche per il suo ragguardevole passato, ben testimoniato dalle preziose vestigia ammirabili nel centro cittadino.
Grado: informazioni storiche
Le origini di Grado risalgono all’età paleocristiana, quando il porto fortificato a servizio di Aquileia divenne rifugio per le popolazioni venetiche in fuga dagli Unni di Attila.
Un secolo dopo, nel 568, lo stesso Patriarca Paolino, minacciato dalla discesa dei Longobardi nei territori friulani, decise di trasferire nel castrum di Grado la sede del Patriarcato di Aquileia, contribuendo alla fioritura economica ed edilizia del comune: risalgono infatti al VI secolo le maestose basiliche di Santa Maria delle Grazie e Santa Eufemia, considerate dei capolavori assoluti dell’arte altomedievale, caratterizzate da ampie navate con campiture colonnate in marmi policromi e copertura a capriate lignee, con una stupefacente decorazione musiva che ricopriva anticamente pavimenti, amboni e absidi (superstite in Santa Eufemia il mosaico pavimentale del VI secolo), testimonianza del legame di Grado con la cultura bizantina, da cui era dominata l’isola.
Per contrastare le continue scorribande barbare e piratesche, Grado fu interamente fortificata e ribatezzata “Nova Aquileia“.
La fortuna dell’isola cominciò a degradare intorno al IX secolo a seguito del progressivo affermarsi dello strapotere veneziano: la stessa residenza patriarcale fu trasferita nel XII secolo nella Basilica lagunare di San Pietro a Castello, mentre Grado, succube di un rovinoso saccheggio ai primi dell’XI secolo, andò via via scemando il suo prestigio, riducendosi a povero villaggio di pescatori.
Ceduta agli austriaci con il Trattato di Campoformio (1797), Grado entrò a far parte del Regno d’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, forte di un rinnovato successo a livello turistico, conosciuto a partire dalla fine dell’Ottocento, quando iniziarono a svilupparsi le stazioni balneari, già apprezzate da Pirandello e Freud ed ancora oggi celebri in tutta Europa.
Visitare Grado
Accanto alle citate Basiliche di Sant’Eufemia, con il suo Battistero paleocristiano a pianta ottoganale adornato da sarcofagi romani del II-III secolo d.C, e Santa Maria delle Grazie, Grado vanta un’altra importante costruzione a carattere religioso: il Santuario della Madonna di Barnaba, eretto nel 582 come ex voto per una scampata mareggiata, che minacciava di distruggere l’intera città.
Ma un soggiorno a Grado, oltre che per le sue preziose testimonianze architettoniche, merita in particolare per la straordinaria offerta ricreativa, legata ai modernissimi stabilimenti balneari che punteggiano le sue interminabili spiagge di sabbia fine, cui è attribuito il soprannome di “Costa Azzurra” dell’Adriatico.
Suggestiva anche l’offerta naturalistica, dettata dalla laguna che si sviluppa a nord dell’isola, ove è possibile ammirare alcune peculiari essenze erboree e specie volatili protette, oltre ai cosiddetti “casoni”, le caratteristiche abitazioni con tetto in paglia un tempo impiegate dai pescatori gradesi, che si muovevano a bordo della “batela”, un’imbarcazione a fondo piatto manovrata, come la più famosa gondola veneziana, per mezzo di remi.