Chi è appassionato di storia e di arte, non può perdere l’occasione di visitare l’interessantissima Area archeologica di Sepino.

Per tutti coloro che non hanno mai sentito parlare di Sepino devono sapere che questa località si trova sotto il Matese, all’interno di una pianura che da sulla valle del Tammaro e il suo nome si rifà al latino saepire, ossia recintare.

Le sue origini sono indubbiamente sannitiche e fu conquistato dai romani nel 293 a.C. nel corso del terzo conflitto con i Sanniti che lo abbandonarono.

Risale quindi a quell’epoca, lo sviluppo di quello che era un semplice agglomerato di case che si trasformò in un vero municipio che vide il suo periodo più florido durante l’era augusta quando l’urbe raggiunse l’espansione di dodici ettari cinti da possenti mura dove si aprivano quattro monumentali porte e diverse torri nei punti più critici.

Sepino annoverava diversi edifici pubblici che si innalzavano vicino al Foro, una basilica con un peristilio caratterizzato da una ventina di colonne con capitelli in stile ionico, il macellum che era occupato dal mercato e tutto intorno una teoria di botteghe.

Area archeologica Sepino
Area archeologica Sepino

L’importante ubicazione che la poneva lungo il tratturo Pescasseroli-Candela è oggi un’area archeologica di tutto rispetto che rimane a circa tre chilometri dall’attuale Sepino, un borgo medioevale che si erge a settecento metri sul livello del mare.

Per comprendere la ricchezza di questo sito archeologico è sufficiente pensare agli oltre ventimila visitatori che hanno avuto modo di scoprire la sua bellezza nel corso del 2017.

Cosa si può visitare nell’area archeologica

Come ogni città romana dell’antichità, anche Saepinum fu realizzata dal cardo e dal decumano che rappresentavano il fulcro dell’intero tessuto urbano.

Il visitatore può vedere le Mura, le Porte, il Teatro, il Foro, la Basilica, il Macellum, le Terme, la Fontana del Grifo e gli Edifici Funerari.

Le Mura di Sepino

Durante gli scavi effettuati per mettere in luce il perimetro delle mura, formato da una teoria di cortine rettilinee interrotte da torri circolari distanti tra loro dai 25 ai 30 metri, queste vennero restaurate e consolidate utilizzando il materiale originario che era crollato.

Si tratta di un’opera di ingegneria militare che vide l’impiego del calcare locale regolato in blocchetti sagomati usati per la creazione del reticolato alto circa cinque metri e largo quasi due. È possibile vedere diciannove torri che si sporgono sia verso l’esterno che l’interno.

Le Porte

Sono quattro le porte che si trovano in corrispondenza del cardo e del decumano.
La Porta Terravecchia è rivolta verso i monti e restano pochi elementi murari della torre ovest mentre non ci sono tracce della rampa che conduceva al cammino di ronda.

Porta Tammaro è rivolta verso la pianura del fondovalle del fiume omonimo. Anche in questo caso, delle due torri che esistevano in origine, resta solo uno spezzone di una delle due.

La Porta Benevento ha visto una serie di restauri che hanno interessato la muratura originaria dove sono stati rimessi resti recuperati. La Porta di Bojano coincide con il decumano. Anche in questo caso la porta ha visto un consolidamento e la ricostruzione delle due torri a lato.

Il Teatro di Sepino

Si tratta dell’edificio meglio conservato presente nell’area archeologica. Articolato in due sezioni (cavea e scanea) ha un diametro di oltre 60 metri e una lunghezza di 53 ed è realizzato in pietra calcarea ad eccezione delle mura che sono in opera cementizia.

Dagli studi effettuati è stato possibile datare la costruzione del teatro che risale tra il 2 a.C. e il 4 d.C. Ai lati opposti all’emiciclo si trovano due ingressi, ognuno formato da quattro pilastri quadrangolari sui quali poggiano delle robuste arcate a tutto sesto.

Quattro gradinate e il piano della orchestra sono in ottimo stato di conservazione che denota l’ottima fattura della costruzione e che fa ipotizzare una capacità di circa tremila posti a sedere.

Il Foro

Composto da una piazza basolata si presenta sevro e spoglio delle costruzioni non più in essere. Sviluppato tra l’incrocio fra cardo e decumano ricopre un’area di oltre 1400 m².

La Basilica

A pianta rettangolare è suddivisa da un peristilio di 20 colonne. Si trattava di un edificio multifunzione dove si tenevano commerci, attività giudiziarie e religiose.

Completa l’area il Macellum, le Terme, la Fontana del Grifo e gli Edifici Funerari

Exit mobile version