Visitare Santa Severina, antico borgo forticato.
Il comune di Santa Severina, in provincia di Crotone, si trova su una collina a 325 sul livello del mare, conta 2500 abitanti, dei quali 1.000 abitano nel suggestivo borgo sospeso, dove il vento soffia da tutte le direzioni, così come da ogni luogo sono arrivate le genti che ne hanno influenzato l’attuale struttura.
Le prime tracce del borgo con il nome greco di Siberene, risalgono al V secolo a.C., sono ignote le origini dell’attuale nome.
Una ipotesi lo farebbe risalire al processo di latinizzazione delle terre di Calabria, oppure a una santa venerata dai bizantini arrivati con i monaci basiliari.
Il borgo risente dei tanti popoli che hanno influenzato la sua storia, arrivarono come il vento i bizantini con i loro ricami dorati e le strutture architettoniche portate dai monaci.
L’antico insediamento, si adagia come una imbarcazione su una collina di tufo, sopra la valle del fiume Neto.
La suggestione di essere sospesi sull’acqua, si acuisce quando la foschia avvolge il borgo e la sua base rocciosa, facendola diventare un immenso veliero di roccia che naviga, lento, nella sua storia e bellezza.
In lontananza si vede il mare e la Sila, quando il vento spira forte si possono sentire i profumi. Il borgo ha risentito della diaspora dell’abbandono dovuta all’emigrazione che fu una piaga endemica di queste terre.
Cosa vedere a Santa Severina
Il borgo fortificato con mura normanne, è una meta ideale per ogni viaggio nell’antica Siberene, visitandola s’impatta immediatamente con tutte le contaminazioni architettoniche, forti sono quelle di Bisanzio e del suo culto.
Nel centro storico, quasi intatti ci sono i due rioni Grecìa e della Iudea, il primo nella parte orientale del borgo, testimonia la presenza bizantina, è ben conservato con le case tutte arroccate l’una alle altre. Le abitazioni delle famiglie agiate si trovano in alto allo sperone di tufo, quelle povere avevano costruito le dimore nella roccia.
Il rione della Iudea, attaccato al primo, era abitato dagli ebrei fino a quando non furono cacciati nel 1510.
Il castello di Santa Severina
Da ogni parte allo sguardo si staglia l’imponente il castello di origine normanna sui resti di fortificazioni bizantine. La struttura realizzata da Roberto il Guiscardo è stata ampliata nel XV secolo da Andrea Carafa, con altri restauri successivi a opera delle tante famiglie che vi abitarono, oggi il comune lo ha riportato agli antichi fasti.
Era una roccaforte difensiva di natura militare, di forma quadrata con 4 torri, difeso da late mura merlate e da un fossato.
Oggi si possono percorrere i labirinti sotterranei, visitare le scuderie e ammirare quello che resta degli affreschi medievali e le decorazioni e i dipinti di epoca barocca opera del Giordano.
Santa Severina e il suo culto
La Cattedrale vecchia, il battistero, la chiesa di Santa Filomena e altre rovine sono il segno tangibile del periodo bizantino.
La cattedrale, attaccata alle mura del castello, è eretta a croce latina con tre navate nel XIII secolo, ma della originaria struttura potete ammirare solo la facciata.
All’interno trovate una epigrafe del restauro del 1705 a opera dall’arcivescovo Berlingieri, la chiesa è dedicata a Santa Anastasìa, patrona del paese.
Dalla Cattedrale si può accedere al Battistero che è il più antico monumento bizantino calabro, realizzato nell’VIII secolo. La porta in pietra è di origine sveva, mentre la base a croce greca ospita la fonte battesimale; i colori decorativi bizantini sono in parte perduti.
Nella struttura della Chiesa di Santa Filomena, si fondono gli stili architettonici bizantino-normanni con influenze del culto armeno. Possiamo ammirare due cappelle sovrapposte rettangolari, con una cupola con delle colonnine. L’acquasantiera di marmo un tempo contenuta, oggi si trova nel Museo Diocesano.
Da vedere anche la Chiesa dell’Addolorata, di epoca pre-normanna, oggi conserva numerosi elementi della vecchia cattedrale consacrata nel 1036, con all’interno un bellissimo altare barocco.
La Cattedrale e il castello disvelano il “Campo”, l’agorà che ricorda l’antico uso militare come piazza d’armi.