Papasidero: antichissimo borgo, custode di importanti testimonianze storiche e ambientali.
Nel cuore del lussureggiante Parco Nazionale del Pollino, in cima a uno sperone roccioso sul fianco del Monte Ciagola, sorge un antichissimo insediamento basiliano: si tratta di Papasidero, piccolo borgo in provincia di Cosenza (Calabria) dal notevole patrimonio storico e naturalistico tutto da scoprire.
La cittadina si trova infatti a un passo dalla Riserva Naturale della Valle del Lao : l’omonimo fiume nasce in Basilicata per poi scorrere in terra calabrese attraversando lo stesso borgo di Papasidero.
Sono moltissimi gli sportivi che da tutto il mondo raggiungono questo angolo naturale incontaminato e selvaggio, mettendo alla prova le proprie abilità con il rafting, il kayak o il canyoning: sul sito di https://www.raftinglao.it/ troverete tutte le informazioni possibili per praticare queste attività lungo il corso del fiume Lao.
Il Santuario della Madonna di Costantinopoli
Nonostante presso la vicina Grotta del Romito siano stati rinvenuti resti databili al Paleolitico superiore, si può affermare che Papasidero risalga al periodo bizantino: il suo nome indubbiamente curioso deriva da Papàs Isidoros, termine greco che indica un monaco basiliano bizantino a capo di una delle comunità religiose che popolavano questo luogo, ricco infatti di chiese e monasteri greco-ortodossi.
Il centro storico di Papasidero ha un’evidente impronta bizantina, tra stretti vicoli, archi dallo stile musulmano e scalinate che collegano diverse abitazioni: un tempo esisteva anche un castello di origine bizantina, di cui oggi sono rimasti solo ruderi a causa del sisma del 1982.
Una delle attrazioni più suggestive di Papasidero è senza dubbio il Santuario della Madonna di Costantinopoli, raggiungibile superando il limpido fiume Lao attraverso il ponte costruito nel 1904 voluto da Nicola Dario, che molto si prodigò per Papasidero dopo aver conosciuto Isabella de Rosis Serva di Dio.
Sotto l’arcata del ponte è ben visibile una campata medioevale soprannominata “della Rognosa” in quanto si pensa che l’attuale Santuario sia stato costruito su una chiesa seicentesca utilizzata come lazzaretto nel corso della peste del 1656.
La chiesa risale al XVII secolo ed è molto amata dagli abitanti di Papasidero, di cui Santa Maria di Costantinopoli è patrona, ma anche da altri fedeli calabresi e provenienti dalla Basilicata. All’interno del santuario è possibile ammirare la statua della santa e un bellissimo affresco del XVII secolo, realizzato su una parete rocciosa, raffigurante la Vergine col Bambino seduta su un trono con affianco San Michele Arcangelo e un vescovo inginocchiato.
La Grotta del Romito
A circa 12km di distanza dal centro di Papasidero si trova la Grotta del Romito che, grazie al suo valore archeologico e storico, è una delle mete predilette dai turisti: custodisce una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica in Italia.
La grotta sorge alle falde del Monte Ciagola e fu scoperta nel 1961: gli speleologi si trovarono davanti resti umani risalenti al Paleolitico superiore, strumenti litici e ossei ma soprattutto pitture rupestri e graffiti, in gran parte ancora enigmatiio e dal significato ancora oscuro.
Ciò che ha catturato maggiormente l’attenzione di studiosi e semplici appassionati è la figura di un bovide su una roccia: è straordinario ritrovarsi davanti a un’immagine risalente ad almeno 20.000 anni fa ma assai fedele alla realtà, con riprodotti orecchie, narici, bocca e il collo con tutte le pieghe della pelle.
La grotta è stata abitata dall’uomo anche nel Neolitico, come dimostrano i resti di ceramiche rinvenute, per poi divenire addirittura una tomba: le tombe scoperte risalgono al 9200 a.C. tranne una ben più antica, databile a ben 16000 anni fa.
Una riproduzione del bovide si trova nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, mentre altri reperti si trovano a Firenze, nel Museo e istituto di fiorentino di Preistoria.
La Grotta del Romito su “Linea Blu”
Non stupisce dunque che la Grotta del Romito sia considerata uno dei siti archeologici più importanti non solo della Calabria, ma di tutto il mondo, in quanto rappresenta una finestra sulle abitudini e la vita dell’Homo Sapiens.