I Pupi Siciliani sono le tipiche marionette dell’opera del teatro popolare siciliano.

Iniziarono a comparire prima a Napoli e poi in Sicilia tra la prima metà del 19° secolo e la prima metà del 20° secolo, anche se la loro presenza ha testimonianze già dal 16° secolo.

I pupi rappresentano le armate del teatro epico, originarie delle Spagna, in Sicilia hanno raggiunto il loro massimo sviluppo sino a diventare, a partire dal 2001 con la proclamazione, ed in seguito nel 2008, patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco.

I pupi siciliani si sono diffusi nell’opera del teatro siciliano grazie all’impegno di alcuni importanti protagonisti della storia del teatro popolare, la più nota per quanto riguarda l’arte dei pupi siciliana, fù Giuseppina D’Errico, maestra pupara che si stabilì in Sicilia tra il 1854 e il 1884. Con il teatro dei Pupi si andavano a rappresentare le gesta di un popolo e le rielaborazioni dei poemi e dei romanzi della letteratura cavalleresca.

In Sicilia si diffuse questa forma teatrale con un “Cuntastori”, che portavano in scena le gesta di Orlando, di Rinaldo, di Carlo Magno, di Angelica e dei Saraceni.

Con il tempo si andarono a sviluppare poi delle maschere locali, come ad esempio le maschere popolari catanesi, personaggi delle opere favolistiche della Sicilia. Nell’arte dei pupari inoltre, frequentemente, venivano inseriti personaggi e trame per diffondere argomenti non molto graditi alle autorità del tempo, tra i più comuni un linguaggio detto “u baccagghiu”, un gergo comune ai malavitosi.

L’Opera dei pupari e dei Pupi Siciliani è stata conservata nel tempo e, a testimonianza degli antichi teatrini e degli spettacoli nelle piazze di un tempo, oggi sopravvivono famiglie di pupari che conservano questa antica tradizione teatrale. Ci sono infatti rappresentazioni per turisti e rappresentazioni teatrali itineranti che mettono in scena opere antiche. Gli appassionati possono ammirare alcune delle collezioni di Pupi più antiche nel Museo Internazionale delle marionette di Palermo.

Esistono inoltre delle antiche famiglie pupare rimaste in Sicilia da oltre 5 generazioni che conservano manoscritti rarissimi di opere andate in scena nel fine ‘800.

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